martedì - 19 Marzo - 2024
More

    La protezione dei vaccini Pfizer e Moderna (mRna) passa dal 90% al 65% dopo 6 mesi: lo studio

    L’efficacia del vaccino mRna contro il Covid-19 è passato da oltre il 90 per cento di marzo al 65,5 per cento di luglio.

    Lo ha confermato un nuovo studio del New England Journal of Medicine condotto sui lavoratori della sanità dell’Università di San Diego, in California.

    - Advertisement -

    Gli autori della ricerca hanno precisato che, a partire da metà giugno quando è venuto meno l’obbligo di indossare le mascherine in California (15 giugno) e si è diffusa la variante Delta che a luglio rappresentava la metà dei contagi tra il personale dell’ospedale, le infezioni sono aumentate rapidamente anche tra chi aveva concluso il ciclo vaccinale.

    Lo studio ha calcolato l’efficacia del vaccino per ogni mese, da marzo a luglio, tra gli operatoti sanitari dell’ospedale in cui a dicembre 2020 si era registrato un notevole aumento delle infezioni da Sars-CoV-2.

    A metà dicembre 2020 è iniziata la somministrazione di vaccini mRna, a marzo il 76 per cento degli operatori era completamente vaccinato e a luglio la percentuale è salita all’83 per cento. All’inizio di febbraio le infezioni sono diminuite drasticamente. Tra marzo e giugno meno di 30 operatori sanitari sono risultati positivi ogni mese.

    In particolare, dal 1 marzo al 31 luglio un totale di 227 operatori sanitari dell’ospedale è risultato positivo a Sars-CoV-2; 130 dei 227 dipendenti (57,3 per cento) erano completamente vaccinati.

    I sintomi si sono manifestati in 109 dei 130 lavoratori completamente vaccinati (83,8 per cento) e in 80 dei 90 non vaccinati (88,99 per cento). Non sono stati segnalati decessi in nessuno dei due gruppi e una persona non vaccinata è stata ricoverata in ospedale con sintomi correlati a Sars-CoV-2.

    La ricerca mette in evidenza che in Inghilterra, dove l’intervallo tra le due dosi è stato esteso fino a 12 settimane, l’efficacia del vaccino si è mantenuta all’88 per cento.

    I nostri dati – hanno affermato i ricercatori – suggeriscono che l’efficacia del vaccino è considerevolmente inferiore contro la variante delta e può diminuire nel tempo dalla vaccinazione”.