martedì - 19 Marzo - 2024
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    Fa test del Dna e scopre di essere stata “scambiata” alla nascita. Ora chiede 3 milioni all’ospedale

    È successo in Spagna 19 anni fa. Due bambine nate lo stesso giorno e nello stesso ospedale, sono state scambiate e consegnate per sbaglio ai genitori opposti. Una di queste, grazie ai risultati di un test del DNA, l’ha scoperto solo oggi e ha fatto causa all’ospedale di Logroño, cittadina al Nord del Paese.

    Scambio alla nascita in un’ospedale spagnolo

    Le due bambine, oggi ormai donne adulte, sono nate un giorno nel 2002 a pochissime ore di distanza. Pesavano poco, due scriccioli bisognosi di incubatrice. Erano ancora figlie di un padre e di una madre propri. Poi, quando il medico decise che le due avessero recuperato peso, l’errore: furono consegnate l’una ai genitori dell’altra.
    Un test del DNA per conoscere la verità

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    Tutto è incominciato circa due anni fa. La madre di una delle due bambine che fino ad allora l’aveva accudita spacciandosi per la nonna, denunciò il padre presunto dell’allora adolescente, che non se ne prendeva cura. Era il 2017 e la questione all’epoca si concluse con un primo test del DNA dal quale emergeva che il padre non fosse il denunciato e che neanche la presunta madre fosse parente della ragazza.

    La situazione ha preso una direzione più drastica quando, compiuti 16 anni, la ragazza ha deciso di andare più a fondo, chiedendo un supporto legale agli avvocati. Questi hanno iniziato le indagini partendo proprio dai contatti con l’Ispettorato Sanitario di La Rojia, la comunità autonoma di cui Logroño fa parte. Qui hanno scoperto, prima che tra i nati nell’ospedale San Millàn quel giorno potessero coincidere circa 17 bambine con la loro assistita, poi che la ragazza potesse essere stata scambiata solo con una di esse.
    La richiesta di risarcimento è di 3 milioni di euro

    Adesso la ragazza è in attesa dei risultati di un test del DNA, richiesto a gennaio, con il quale si potrà capire se i genitori dell’ipotetica ragazza scambiata, siano quelli biologici della coetanea che ha denunciato il caso. La richiesta dell’avvocato della ragazza al Ministero della salute, è di circa 3 milioni di euro, qualora arrivasse la conferma dell’errore. L’altra donna coinvolta, pur essendo stata informata dell’ipotesi di scambio, ha deciso di non denunciare.

    Il ministro della salute: “Fu errore umano”

    Il Ministero, dal canto suo, rilancia con un’offerta di 215mila euro, a titolo di risarcimento dei danni. Il ministro della salute di La Roija, Sara Alba, ha dichiarato che, essendo trascorsi 20 anni dall’epoca dei fatti, “Non è più possibile stabilire chi sia il responsabile”. Ha sottolineato, poi, che un caso del genere oggi non potrebbe verificarsi mai più e che, se accadde all’epoca, non potè che trattarsi di “errore umano”, ha concluso il ministro Alba.